Regionali, candidati alla Presidenza si confrontano con Assoconfidi
Da sinistra Gaetano Armao, Vito Rinaudo, Giancarlo Cancelleri, Nino Amadore, Pino Apprendi
Si è svolto presso la “Sala Belvedere” della Camera di Commercio incontro pubblico tra Assoconfidi, l’associazione di categoria che riunisce il 95% dei confidi siciliani, e i candidati alla presidenza della Regione siciliana e i relativi assessori all’Economia già designati. Presenti, infatti, Giancarlo Cancelleri (M5S) e Gaetano Armao (per la coalizione di centrodestra guidata da Nello Musumeci); quindi, Pino Apprendi indicato dalla lista di Claudio Fava (impegnato a Roma in una registrazione televisiva). Assenti (per impegni pregressi già comunicati) il candidato Roberto La Rosa (movimento “Siciliani Liberi”) e Fabrizio Micari (centrosinistra) che, invece, ha dato forfait all’ultimo momento.
Un’ora di confronto, moderato da Nino Amadore, giornalista del Sole-24 Ore, sui temi caldi dell’economia isolana: stretta al credito, crisi economica, riforma del settore, micro e piccole-medie imprese che, in un contesto affatto favorevole, continuano a rappresentare il polmone sano dell’economia regionale.
“L’obiettivo dell’incontro – ha precisato il presidente di Assoconfidi Sicilia, Vito Rinaudo – voleva essere quello di mettere i futuri interlocutori politici della Regione Siciliana davanti alla drammatica situazione nella quale versano il comparto e le micro e piccole-medie imprese (M-Pmi), pretendendo finalmente risposte precise”.
Preoccupazioni, richieste e priorità quelle individuate da Assoconfidi – che oggi è in grado di garantire alle circa 70.000 aziende socie ben due miliardi di euro di finanziamenti – e condensate in un documento consegnato ai candidati e alle rispettive coalizioni politiche.
I punti principali sui quali i relatori hanno preso pubblicamente impegni ben precisi e che saranno oggetto di verifica a 100 giorni dalle elezioni sono stati, tra gli altri, il rifinanziamento dei confidi attraverso la patrimonializzazione dei fondi rischi; l’attuazione della limitazione – già prevista dalla legge Bassanini del 1996 – alle sole controgaranzie, per il finanziamento alle imprese siciliane, del Fondo Centrale di Garanzia presso MCC (MedioCredito Centrale S.p.A.) o, quantomeno, limitare l’intervento di detto Fondo alle operazioni di importo pari o inferiore a 150.000 euro; quindi, procedere all’accorpamento di Irfis, Crias e Ircac per farne un unico soggetto di riferimento.
“Apprezziamo queste aperture da parte dei futuri interlocutori della politica regionale – ha aggiunto Rinaudo – ma non diamo nulla per scontato poiché la stessa politica regionale ci ha abituati a essere molto prudenti. Non è un caso che nel corso di questa legislatura in scadenza – ha ancora precisato Rinaudo – abbiamo registrato la totale assenza di interventi a favore del comparto. Che poi – ha sottolineato – vuol dire assenza di sostegno alle nostre imprese che dovrebbero muovere l’economia. Serve pianificare e programmare, in maniera strutturale e non contingente, una volta per tutte”.
Occorre, insomma, rivedere l’approccio al settore e “superare l’idea – ha ricordato Nino Amadore – che i confidi siano una stampella, considerandoli per quel che sono: un pezzo fondamentale dell’economia regionale, soprattutto a sostegno delle imprese più fragili. Chissà perché si riescono a trovare soldi per platee ampie di soggetti e poi non si trova il tempo per 70.000 aziende”.
Fonte: palermotoday.it